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Ricordi

La presenza di un fatto o di una persona nella memoria e nel sentimento dei posteri.

Renzo Carosso

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Inauguro la nuova rubbrica con un aneddoto divertente, della mia vita amatoriale. Molti amici lo conoscono già perchè ha fatto epoca negli anni ottanta. I fatti si svolsero in una delle innumerevoli sfide Vercellesi. Tra le risaie, le gare amatoriali in quell’epoca , si svolgevano puntualmente ogni fine settimana. Livorno Ferraris, Tronzano, Asigliano, Santhia e altri comuni ospitavano gare diventate “classiche”. Abbiamo versato sudore su quelle strade a fiumi, un passista e regolarista come me ci andava a nozze. Orbene,una domenica, nella quale il sottoscritto era particolarmente ispirato e deciso a dare serrata battaglia, parte all’attacco con altri tre prodi pedalatori nel finale di gara. Proprio per il fatto di essere in vista del traguardo, il gruppo non ci concede grande spazio e il nostro vantaggio non supera mai una distanza tale da farci perdere di vista. Comunque l’accordo era buono e “avremmo venduta cara la pelle”! La nostra fuga imponeva un costante controllo visivo sul gruppo per capire come il tentativo potesse avere successo. Il lavoro si era distribuito equamente tra tutti e quattro, e chilometro dopo chilometro ci stavamo rendendo conto di avere molte possibilità di vittoria. La strada correva stretta e tortuosa tra una risaia e l’altra, tutto in rigorosa pianura, alternado lunghi tratti in rettilieneo a secche curve, vuoi a destra vuoi a sinistra, tutto per lasciare spazio ad immense piantagioni di riso, ove l’acqua aveva ormai preso il posto della terra. Io dopo il mio contributo in testa alla fuga rientro in coda al gruppetto, e mi volto a controllare se il gruppo avesse o meno, guadagnato vantaggio. L’impresa non era facile,ma gratificato dal fatto di aver guadagnato terreno, mi rivolto per rimettermi a spingere con più animo. Ed è li che, rigirandomi non trovo più la strada, una curva a novanta gradi verso destra aveva portato i miei compagnii di giornata a svoltare,ed io? Dritto come un fulmine sono finito in una risaia tra fango acqua e riso. Nessun problema, ne fisico ne meccanico, ma uscito tra le piantine di riso tutto infangato mi sono rimesso in gruppo tra le risate e le battute sarcastiche di tutti.

Fiorenzo Massano

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Vita da corridore, flash di Fiorenzo Massano. Di anni ne sono passati, tanti, ma quando ero ragazzino il ciclismo era uno sport che superava in fama il calcio. La viabilità cittadina ed extracittadina ti consentiva di pedalare in ranquillità e, forse con molto più rispetto di oggi. Le città pur di organizzare manifestazioni ciclistiche non si facevano problemi a chiudere strade e centri per una gara ciclistica Così anche Asti, vedeva durante l’anno la disputa di gare ciclistiche di giovani futuri talenti, con arrivi o circuiti in pieno Cronometro Per qualche anno, grazie alla spinta di squadre ben organizzate, si svolse un circuito per juniores in Asti centro, con arrivo in Corso Alfieri, dopo aver percorso Corso Dante e Via Bocca per diverse volte. I mezzi tecnici del tempo lasciavano un po’ a desiderare, e le prime innovazioni si stavano affacciavano timidamente, tecnologie che piano piano avrebbero portato alle “spaziali” biciclette di oggi. Il nostro unico impegno era rendere più leggero possibile il mezzo meccanico, e la novità del momento erano le ruote a 28 raggi che sostituivano le vecchie 32 / 36 raggi. Quella giornata, carico come non mai, gareggiavo praticammente in casa, mi presentai alla partenza fiero del mio mezzo e sicuro di ben figurare. La gara risultò nervosa e impegnativa, ma a me ad ogni giro un raggio si rompeva e mi lasciava una bicicletta sempre più inguidabile. Nonostante le condizioni disastrose della mia bici, ben 7 raggi in meno, arrivai all’ultimo giro in fuga con un compagno, un alessandrino di nome Luigino Ferro. Ma la carica agonistica e la voglia di vincere erano tali che superai tutto, compreso Ferro negli ultimi 100 metri. La foto sfocata testimonia l’evento.

Gare spettacolari

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Ci sono gare che non hanno mai avuto una voce predominante in campo amatoriale. Ma a mio parere, grazie ad organizzatori capaci e volenterosi , ci sono manifestazioni che ritagliano uno spazio ben definito tra gli amanti del pedale. Gare, che nonostante si annoverino come prove specialistiche, trovano un seguito notevole grazie anche lo spirito di squadra che ne fa da traino. La cronosquadre di Torrazza Piemonte è una di quelle. Al via a metà Ottobre di ogni anno , annoverava tra i partenti le squadre più forti del Nord Italia. Una spece di Campionato Italiano a squadre. Ogni partenza, vedeva 6 atleti, rigorosamente dello stesso Team sfidare il cronometro su un percorso che sfiorava i cinquanta Km. Di tutto ciò voglio raccontare la mia esperienza di un anno ( non ricordo più quale) quando la mia squadra riusci nell’imprese di allestire una formazione del tutto invidiabile. Non erano tutti specialisti nelle gare a cronometro,ma tutti erano uniti nella piena convinzione di ben figurare al cospetto di team veramente da“paura “. Aliotta Salvatore; potenzialità eccelse, valido sul passo e in salita, due difetti la discesa e.....gli impegni di lavoro. Bertolino Eugenio; un passista potente ,unico neo la salita, un cavalcavia e ....crisi Di Stefano Marco; La gara cotro il tempo il suo pane, non fa differenza piano o salita l’importante sia a Cronometro. Nel futuro sarà anche Campione Regionale della specialità Musso Massimo; Che dire il fiore all’occhiello dell sestetto, vincente in ogni disciplina, futuro Campione Regionale su strada, elemento trainante non solo atleticamente. Colui che fa gruppo. Maritan Giuliano; La cronometro non è proprio il suo pane(la salita è la vera sua disciplina), ma quando c’è la competizione diventa una roccia, cede prima il mezzo meccanico che lui. Infine io, passista, che ho fatto delle cronometro la mia passione, individuale a coppie a squadre, tutto ovunque ci sia da sfidare le lancette dell’orologio. Le mie vittorie più del 50 % suno venute grazie alla specialità “contre la montre” Qui la formazione di quella giornata, la prestazione non rispecchiò il nostro intento, bersagliati dalla sfortuna (Musso forò dopo pochi km e non riuscì più a rientare) ma una giornata di sport da ricordare negli anni.

Pedalate indimenticabili

Sonet di Guido Sarachet

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